Cresce l’industria cartaria italiana

10 ottobre 2018
Girolamo Marchi Presidente Assocarta: “L’industria cartaria cresce nei primi 7 mesi (+1,9%). Urgente una pianificazione delle infrastrutture per l’economia circolare e la gestione degli scarti del riciclo. Non fermiamo il riciclo delle cartiere italiane e lucchesi per l’incapacità di dare risposte al recupero degli scarti del riciclo”.
“L’industria cartaria italiana si conferma al quarto posto a livello europeo dopo Germania, Svezia e Finlandia” – afferma Girolamo Marchi Presidente di Assocarta all’inaugurazione del MIAC - Mostra Internazionale dell’Industria Cartaria, manifestazione ufficiale di Assocarta – “con una produzione di carta e cartone di 5,5 milioni di tonnellate nei primi 7 mesi del 2018 (+1,9 sul 2017) sostenuta principalmente da una domanda interna in aumento (nei primi 6 mesi del 2018) del 6% con dinamiche importanti in tutti i comparti e particolarmente positivi delle carte per usi grafici (+6,3%) e carte e cartoni per packaging (+6,7%). Il fatturato nei primi 7 mesi 2018 è stimato intorno ai 4,7 miliardi di Euro, in aumento del 6,8%, risultato connesso con la necessità delle cartiere di recuperare gli ingenti rincari delle cellulose arrivate al record storico di 1230 $/tonnellata. Da inizio 2016 a oggi: +52% pari a +420 $ per tonnellata le fibre lunghe, +62% (+400$/tonnellata) le corte”.
Al centro del dibattito della conferenza stampa MIAC di apertura l’Economia Circolare, di cui le cartiere sono un attore fondamentale producendo oltre 9 milioni di tonnellate di carta annue (2017) a partire da un materiale rinnovabile, e con l’utilizzo di 5 milioni di tonnellate di carta da riciclare (2017) con un tasso medio di circolarità del 55%, e più dell’80% nell’imballaggio, uno dei più alti d’Europa.
Durante la tavola rotonda “Di quale fibra è l’economia circolare: lo sviluppo sostenibile alla prova dei fatti”, moderata da Claudio Romiti Vice Direttore di Confindustria Toscana Nord, si è infatti evidenziata l’assoluta necessità di un rinnovato dialogo tra imprese e amministrazioni affinché impianti e infrastrutture vengano rinnovate e adeguate per conseguire gli obiettivi dell’Economia Circolare e che, quindi, si assicuri agli scarti del riciclo la priorità di recupero e di smaltimento nelle infrastrutture per la gestione dei rifiuti.
Il settore cartario italiano investe in efficienza energetica (migliorata del 30% negli ultimi 20 anni) e nell’incremento della propria capacità di riciclo nonostante le difficoltà burocratiche. Ogni minuto nel nostro Paese, si riciclano 10 tonnellate di carta (di cui 2,5 nel distretto di Lucca), un contributo importante all’Economia Circolare della Toscana e dell’Italia. La regione rappresenta oltre il 30% della produzione di carta nazionale (specialmente carta per uso igienico-sanitario e per imballaggio) e il 27% circa del consumo italiano di carta da riciclare.
Ma la competitività dell’industria cartaria, oltre che con la problematica degli scarti del riciclo che frena le potenzialità dell’industria cartaria e dell’Economia Circolare, deve fare i conti ancora con gli alti costi energetici aumentati dal 2017 di circa il 30% (sia energia elettrica che gas naturale) e che si attestano regolarmente su valori più alti di quelli di Germania e Francia. A ciò va aggiunto il costo crescente della CO2, che spesso non riflette valori tecnologici, ma è condizionato più dagli acquisti dei grandi investitori finanziari.
“Gli obiettivi sfidanti della lotta ai cambiamenti climatici” – evidenzia Girolamo Marchi – “hanno portato l’industria cartaria europea ad interrogarsi, con la Roadmap 2050, su come raggiungerli. Le cartiere italiane stanno studiando la strada migliore per ridurre le emissioni di CO2 ed ogni tipologia di azienda dovrà trovare la propria. Un percorso fatto di efficienza energetica e di nuove tecnologie che dovrà necessariamente essere accompagnato da un accesso all’energia a costi competitivi”. E conclude: “In un contesto nazionale complessivamente volto alla decarbonizzazione, rimarrà fondamentale il ruolo del gas naturale che ad oggi rimane lo strumento più valido in termini di risparmio di emissioni di CO2 e che fornisce energia agli impianti di riciclo, impegnati nell’Economia Circolare. Il gas naturale alimenta gli impianti di cogenerazione che estraggono almeno l’80% dell’energia del gas in luogo del 60% (ipotesi ottimistica per le centrali termoelettriche). Questo 20% è garantito peraltro per tutte le ore dell’anno e il beneficio in termini di riduzione al ricorso ad altre tecnologie a maggiore emissione di CO2 andrebbe valorizzato!”.

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