Editori "ibridi", la scelta vincente

5 novembre 2012
Il profilo dell’editore post-crisi sarà ibrido, mobile e social. Il web ha posto l'editoria, specializzata e non, di fronte a una sfida: rinnovarsi per affrontare l'ondata digitale e ripensare le logiche di gestione dei contenuti digitali e della pubblicità.

Dal forum ANES è emerso come il potere degli strumenti tecnologici attuali, che inventano continuamente nuovi modi di comunicare e informare, ha la capacità di creare opportunità formidabili per chi fa il mestiere di editore.

A due anni dalla prima edizione, ANES ha presentato la nuova indagine sull’utilizzo dell’on-line e dei new media da parte degli editori specializzati, che delinea l’atteggiamento verso i new media, anche rispetto ai trend in atto.
È stato disegnato lo scenario in cui gli editori ANES si inseriscono, fatto da un proseguimento della forte crescita del fatturato digitale e da una progressiva stabilizzazione di quello generato dalla carta. L’indagine è stata condotta su un campione di 51 aziende, che rappresentano il 28% dei soci ANES. I risultati danno la misura del profondo cambiamento in atto e dei passi che sono stati fatti dagli editori ANES in soli due anni: il 90% crea contenuti per il web o comunque offre contenuti online, il 40% dispone di contenuti su device mobile e il 33% intende farlo a breve. Nel 2012, si riduce drasticamente la quota di editori che utilizzano sui nuovi media gli stessi contenuti predisposti per i mezzi tradizionali.
E se 2010 il 50% degli editori ANES non era presente sui social media, nel 2012 il dato è sceso al 6%, mentre in merito alla profilazione degli utenti la percentuale di chi non profila scende dal 34% (dato 2010) al 15% (dato 2012); la percentuale di chi invia newsletter sale dal 72% al 90%, mentre l’invio di DEM passa dal 44% al 55% e l’uso di strumenti di misurazione del traffico, ossia l’utilizzo di Google Analytics, cresce dal 66% al 91%. Infine cambia la composizione del media mix della pubblicità online: nel 2010 significava solo banner, oggi il banner continua ad esistere ma sono cresciute anche altre forme, come le DEM o le sponsorizzazioni. L’utilizzo dei dispositivi mobili diventa nel 2012 un “must to have”: il 43% degli editori diffonde infatti contenuti specifici per mobile e tablet. Si segnala una certa lentezza nell’adeguamento della struttura organizzativa ai cambiamenti di mercato. La redazione unica non è più il modello quasi esclusivo, mentre cresce la componente “web native”. Il cambiamento organizzativo impatta in maniera più significativa sulle strutture di vendita, rispetto alle altre aree aziendali. Cresce, invece, l’utilizzo dei sistemi editoriali multipiattaforma e di cms unificati, che tuttavia evidenziano una significativa lentezza d’adozione.  In conclusione, il 42% degli editori hanno dichiarato di aver investito nei nuovi media, e il 19% si ritiene soddisfatto.  Nei prossimi 6 mesi il 39% degli editori prevede ulteriori investimenti in questo ambito..

Nonostante oggi si parli tanto di digitale, i maggiori ricavi editoriali derivano ancora dalla carta. A questo punto, il digitale, ad esempio, può essere utilizzato per fidelizzare gli acquirenti del mezzo cartaceo, magari proponendo al lettore un’esperienza allargata, ossia l’accesso alle diverse forme del prodotto (tablet, smartphone, online, carta) con un solo abbonamento.

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Tags: New Media, ANES
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