Free press: quale futuro dopo la crisi?

23 settembre 2010
La free press continua ad avere un ruolo importante nel marketing mix delle imprese editoriali

Dal successo degli esordi alla parabola discendente degli ultimi anni, il fenomeno della free press merita sempre un’attenzione speciale. In Italia come nel resto del mondo, la crisi economica e il giro di vite del mercato pubblicitario hanno infatti colpito con particolare violenza la stampa gratuita negli scorsi anni. E in particolare nel 2009, anno che ha fatto registrare una significativa contrazione sia nel numero di testate free che nei relativi livelli di diffusione. Eppure, intatta rimane la fedeltà dei lettori.
In Italia, il 2009 si è chiuso per i quotidiani free con una contrazione del fatturato pubblicitario di poco inferiore al 30%. Nonostante tale drastico ridimensionamento dei fatturati, il panorama italiano della free press a fine maggio 2010 è sostanzialmente identico a quello dell’anno passato, sia per quanto riguarda le testate sia per quanto riguarda le tirature dichiarate. Pur trattandosi, nella maggior parte dei casi, di tirature dichiarate dall’editore e non verificate, viene infatti considerata attendibile una stima di circa 3,5 milioni di copie giornaliere per 270 uscite annue, a evidenziare dunque una diffusione complessiva delle testate gratuite nel nostro Paese sostanzialmente in linea con i valori del 2008. Senza contare che nei giorni feriali la free press rappresenta ormai oltre un terzo della produzione complessiva. Nonostante la crisi abbia colpito più duramente questa tipologia di prodotto rispetto al quotidiano tradizionale, la free press continua dunque ad avere un ruolo importante nel marketing mix delle imprese editoriali impegnate a diversificare l’offerta informativa tra mezzi tradizionali e piattaforme digitali.

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