La carta chiede di competere ad armi pari

29 ottobre 2015
Per le cartiere continua a salire il costo in bolletta energetica, mentre le misure di sgravio per le imprese energivore in Italia restano inapplicate. Ecco la situazione dell'industria cartaria italiana.

"Il costo energetico è la prima voce di costo per la carta e il cartone Made in Italy, anche in una fase congiunturale senza particolari tensioni sui prezzi delle commodity energetiche. Le nostre imprese non riescono tuttavia a beneficiare di questa fase congiunturale a causa del continuo e inarrestabile aumento degli oneri di sistema... - così Paolo Culicchi, Presidente di Assocarta, lancia l’allarme al MIAC di Lucca. - Mentre quindi i costi in bolletta aumentano rapidamente e in maniera certa, le misure di sgravio per gli energivori sull’energia elettrica restano incerte, insufficienti e inefficaci, perché si parla di uno sconto massimo del 60% contro uno minimo dell’85% in Germania e Francia dove vige, inoltre, un tetto massimo al pagamento degli oneri per le imprese energivore pari allo 0,5% del valore aggiunto, nel pieno rispetto delle linee guida sugli aiuti di stato europei”.
Tale situazione di svantaggio rispetto agli altri Paesi europei mette ancor più a rischio la competitività dell’industria cartaria italiana che vede oltre il 44% della produzione complessiva destinato all’export, con punte del 57% per le carte per usi igienico-sanitari di cui l’Italia risulta il 1° produttore europeo testa a testa con la Germania. E in altri comparti come quello dell'imballaggio, delle carte patinate, di quelle speciali, i produttori italiani concorrono con i migliori in Europa.
"Ma Germania, Svezia, Finlandia e Francia hanno misure efficaci e concrete per gli energivori" sottolinea Culicchi "e diverse imprese multinazionali cartarie europee hanno siti in Italia, mentre molte imprese italiane si sono internazionalizzate e ciò non fa che evidenziare come i diversi sistemi nazionali sia competitivi o meno, in attesa di una vera Unione Europea”.
In presenza di una domanda interna di carta e cartone in lieve miglioramento (+0,5% sei mesi 2015/sei mesi 2014) è l’export un importante fattore di traino per la produzione cartaria nazionale con un +1,9% nei primi sei mesi del 2015. I primi 8 mesi dell’anno in corso (5,8 milioni di tons) evidenziano livelli produttivi al di sopra di quelli dello stesso periodo 2014 (+0,4% /5,7 milioni di tons), e per l’effetto combinato degli andamenti dei volumi prodotti e venduti e dei prezzi anche il fatturato degli 8 mesi risulta in miglioramento dello 0,7% rispetto ai valori 2014.A livello di singole tipologie produttive, il periodo in esame continua a presentare buone performance per l’imballaggio (+2,2% nel complesso, con un +3% per le carte e cartoni per cartone ondulato). In aumento anche le carte per usi igienico-sanitari (+1,7%) e le altre specialità (+4,4%). Nuovi cali, invece, nelle produzioni di carte per usi grafici (-3,4% sempre rispetto al gennaio-agosto 2014).

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LE CARTIERE EUROPEE

Sul fronte materie prime le cartiere europee hanno visto lievitare i propri costi di approvvigionamento di materia prima vergine a fibra corta di oltre il 31% (cellulosa bianchita di eucalipto –BEK- rincarata in dollari del 7%) nei primi 8 mesi 2015, in presenza di un deprezzamento medio dell’euro sul dollaro di oltre il 18% (rispetto primi 8 mesi 2014). Per le qualità a fibra lunga, nonostante continui ritocchi in ribasso delle quotazioni in dollari dall’inizio di quest’anno (-6/7% negli 8 mesi per la cellulosa bianchita di resinose –NBSK-), l’aumento di costo in € è stato di oltre il 14%. Relativamente invece al consumo di carta da riciclare utilizzata principalmente nella produzione di carte e cartoni per imballaggio nei primi 8 mesi 2015 si è collocato al di sopra dei livelli 2014 (+1,4%). In contrazione gli ormai limitati volumi importati (-0,6% nei 6 mesi); in ripresa l’export (+11,8% sempre nei 6 mesi), in conseguenza del ritorno all’aumento dei flussi verso l’area Asiatica (73% del nostro totale export; +29%), principalmente Cina (58% del totale; +26% rispetto ai 6 mesi 2014).
Ridotti, invece, i flussi diretti verso gli altri Paesi europei (-18% sui 6 mesi 2014), che assorbono nel complesso il 27% del totale export italiano.
Lo svantaggio competitivo rispetto agli altri paesi europei si riscontra anche sul fronte del recupero energetico degli scarti e fanghi di produzione cartaria. In Italia, infatti, la percentuale destinata al recupero energetico è calata al solo 13,3% ben lontano dai livelli della media europea che si attesta su un valore che supera il 58%.

Tags: MIAC
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