"Landa" e "stampa nanografica", queste sono le parole più pronunciate durante la prima settimana di drupa, ed anche durante le settimane che hanno preceduto l'inizio della manifestazione. La parola più citata a seguire è: "digitale", non nell'unica accezione di "stampa digitale", come avvenne nella precedente edizione del 2008, ma nel senso più ampio, quello capace di coinvolgere ogni singola fase del processo produttivo. Dai software gestionali alle applicazioni per la prestampa, passando per le macchine da stampa "tradizionali" a foglio e a bobina, senza dimenticare ogni categoria di consumabili, sino alle soluzioni di finishing e spedizione, non c'è stand dove non vi sia la possibilità di vedere "l'ultima novità dedicata al mondo del digitale".
Certo è che, in questo fermento di soluzioni votate alla produzione di stampati digitali, la stampa nanografica di Landa sta vivendo questa edizione di drupa da protagonista, creando tante aspettative in quanto si pone l'obiettivo di costituire nuovi parametri di riferimento per la stampa digitale, e catalizzando l'attenzione su chiunque accosti il proprio nome al suo. Lo sanno bene marchi come Heidelberg, Komori e manroland, con cui la società israeliana ha annunciato un rapporto di collaborazione di cui si potranno vedere i frutti solo nei prossimi anni. Tornando ai giorni nostri, invece, il connubio "offset/digitale" è realtà. Infatti, sono numerosi i produttori di macchine da stampa offset che propongono l'integrazione nelle proprie linee, siano esse alimentate a foglio o a bobina, di soluzioni di stampa digitali con l'obbiettivo di garantire un valore aggiunto alla produzione delle aziende grafiche. L'importante, in tutto questo, è che gli stampatori sappiano uscire dai propri schemi classici di produzione, in modo da poter sfruttare al meglio le nuove opportunità che vengono offerte loro dalla stampa digitale.
Questa drupa, quindi, non segna assolutamente la fine della stampa offset, perché essa è stata capace di trasformarsi per adeguarsi ai tempi e alle esigenze del mercato odierno. Lo si può intendere anche nelle parole dello stesso Benny Landa, fondatore di Landa Corporation, nonché 'inventore' della tecnologia di stampa alla base delle macchine da stampa Indigo (oggi HP Indigo), che ha così commentato la sua nuova creazione: "Le macchine Landa Nanographic Printing non intendono sostituire la stampa offset, ma integrarla. Per il futuro prevedibile, la stampa offset continuerà ad essere il metodo preferito per la produzione di tirature di decine di migliaia o centinaia di migliaia. Ma il mercato sta richiedendo tirature sempre più basse - ed è qui che entra in gioco la nanografia - per consentire ai fornitori di servizi di stampa di produrre quelle tirature medio-basse in maniera economica - alle velocità dell’offset. Questo è ciò che intendiamo quando diciamo che Landa Nanographic Printing porta il digitale nella stampa tradizionale".