Il convegno / workshop svoltosi Sabato 12 Settembre al Palazzo del Governatore ha richiamato un folto gruppo di addetti ai lavori del settore alimentare e dell’industria dei macchinari di confezionamento e imballaggio. EXPO, il Comune di Parma e ATIF hanno dato il loro patrocinio all’evento che ha avuto come sponsor IMA, Sidel, Barilla, CFT, Acmi, FIPAL, JBT, Ocme, Parmalat, Scadif Group, Zacmi e Sandra.
Il Professor Angelo Montenero, direttore del Centro Interdipartimentale Packaging (CIPACK) presso la Facoltà di chimica, ha avviato l’incontro richiamando l’attenzione dei presenti sul fatto che il Packaging contribuisce in modo determinante alla lotta contro le perdite di prodotto e gli sprechi ricordando che nel mondo viene sprecato 1/3 del cibo prodotto; lo spreco equivale a 1,3 miliardi di tonnellate/anno e costa circa 553 miliardi di Euro ogni anno.
Vari relatori hanno trattato il problema degli sprechi, ma anche l’esigenza di rispondere alla crescente richiesta di cibo da parte della popolazione mondiale. In particolare, in ambito tecnico, il Dottor Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio, ha trattato gli aspetti relativi al packaging nella filiera alimentare secondo il principio che “Non c’è food senza packaging”. Egli ha ricordato che “Il packaging è l’attività di integrare temporaneamente una o più funzioni esterne al prodotto per renderlo fruibile nelle modalità desiderate da chi lo utilizzerà ed è lo strumento che rende disponibile un prodotto nello spazio e nel tempo, svolgendo le funzioni di contenerlo, proteggerlo, conservarlo”. E ha aggiunto che “… per rendere fruibile un alimento prima di tutto bisogna evitare che vada perduto. Inoltre, tra gli aspetti che aumentano la perdita complessiva di cibi) ci sono anche gli sprechi”.
Le funzioni di contenimento e di protezione esercitate dal packaging si esplicano in particolare nella catena distributiva fino all’acquisto dell’ultimo fruitore. Le funzioni di protezione e conservazione del prodotto sono determinanti ai fini della riduzione delle perdite di cibi. Più un cibo è deperibile più è probabile la sua perdita. Infatti, anche nei Paesi sviluppati ci sono perdite di cibi che avvengono nelle fasi che precedono l’acquisto dell’ultimo fruitore. Sachet ha contestato le teorie sulle presunte responsabilità del packaging in materia ecologica notando che l’impatto ambientale di un prodotto alimentare nel suo imballaggio è per circa l’80% attribuibile all’alimento e per il restante 20% al packaging. Egli ha quindi presentato le soluzioni più avanzate che mirano alla riduzione di perdite e sprechi in ambito alimentare, ossia i Packaging Attivi per aumentare la conservazione degli alimenti altamente deperibili, i Packaging Intelligenti per ottimizzare la catena distributiva degli alimenti e la loro vita residua nei magazzini domestici e i Packaging Smart per facilitare la conservazione domestica.
Due mostre sul futuro del cibo e sul packaging alimentare
Nelle sale attigue all’aula del convegno è stata allestita una mostra fotografica con immagini di altissimo livello qualitativo fornite da National Geographic Italia dedicata alla sfida globale per nutrire il pianeta che conterrà, nel 2050, oltre 9 miliardi di persone.
L’Università di Parma ha inoltre organizzato una mostra presso la Galleria San Ludovico in Borgo del Parmigianino ove sono esposte attrezzature e soluzioni tecnologiche d’avanguardia per il confezionamento degli alimenti. Titolo della mostra: “Non c’è Food senza Packaging”. I filmati didattici proiettati sui monitor degli stand relativi ai vari cicli produttivi hanno messo in evidenza l’importante funzione del packaging nel settore alimentare. UTECO, ICR e Digital Flexo hanno esposto matrici e imballi stampati realizzati con le loro tecnologie. Una mostra molto riuscita per la validità dei contenuti tecnologici e per il fatto di svolgersi proprio a Parma, capitale mondiale del cibo e leader nelle produzioni alimentari e nelle industrie del confezionamento e dell’imballaggio.