Nell'indagine curata dall'Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione emergono i cambiamenti che spingono l’intera filiera dell’industria della stampa quotidiana a riconsiderare e ridisegnare i propri ruoli e modelli economici di sostenibilità.
Sotto la spinta dell’innovazione tecnologica dell’ultimo decennio, il prodotto “giornale” si è evoluto rapidamente, trasformandosi in molteplici offerte. I cambiamenti, non solo di natura tecnologica, ma anche a livello sociale, culturale ed economico, hanno spinto l’intera filiera dell’industria della stampa quotidiana, dall’editore al giornalista, dallo stampatore al distributore, ed infine alle edicole ed ai canali di distribuzione, a riconsiderare e ridisegnare i propri ruoli e modelli economici di sostenibilità. Il binomio carta-edicola da un lato e, digitale-abbonamenti, dall’altro, risultano quindi la maggior sfida per gli editori.
La tecnologia delle chatGPT sta cambiando rapidamente il mondo delle ricerche online. Il passaggio a motori di ricerca, in grado di interagire in modo più naturale con gli utenti, cambierà presto il modello di business della ricerca stessa.
Ricordiamo che il web rappresenta il mezzo maggiormente utilizzato per il reperimento di informazioni. Questa circostanza apre una ad una nuova questione, che chiama in causa la qualità ed il valore dell’informazione offerta. È in gioco l’interesse pubblico ad una informazione corretta, verificata e professionale, che le aziende tecnologiche, i cosiddetti Over the Top, non vogliono garantire, come dimostra il diffondersi di notizie false e l’utilizzo dei social network per creare vere e proprie “operazioni di disinformazione” finalizzate ad obiettivi commerciali o politici.
Per avere un’idea di quanto sia radicale il cambiamento in corso, basta osservare i dati aggiornati sull’andamento del settore. A dicembre 2022, le vendite individuali cartacee, cioè le copie vendute in edicola, si attestano intorno 1,1 milioni di copie giornaliere; mentre le vendite delle copie digitali chiudono l’anno con poco oltre le 200 mila copie ed il totale delle vendite individuali mantiene un valore costante di circa 1,6 milioni di copie acquistate in media al giorno direttamente dall’acquirente.
Negli ultimi cinque anni, il mercato pubblicitario italiano del settore quotidiani, ha registrato un calo dell’11,3%, passando da 6,2 miliardi di euro nel 2018 a 5,5 miliardi di euro nel 2022. Il fatturato pubblicitario dei quotidiani nel 2022 si è ridotto del 6,1%, scendendo a quota 417,8 milioni di euro, contro i 445 milioni di euro del 2022 e del -2% con 316,7 milioni di euro a spazi rispetto all’anno precedente.
Il settore poligrafico, che nell’arco dell’ultimo decennio, ha subito una profonda trasformazione, oggi, vede più che dimezzato il numero dei lavoratori, passando da 4.648 nel 2013 a 1.961 a dicembre del 2022. Per salvare il patrimonio industriale del settore, con la rete di stabilimenti di cui si trova accurata fotografia nelle pagine di questo Rapporto e le cui attrezzature sono cespiti rilevanti nei patrimoni delle aziende editrici e stampatrici, è necessario ripensare l’organizzazione industriale, creare sinergie efficienti con il sistema logistico e aprirsi a nuovi mercati e a nuovi prodotti.
Il ruolo dell’Osservatorio non può che essere quello di segnalare le tendenze in atto, con tutte le criticità e le difficoltà, creando una base di conoscenza condivisa, necessaria per ogni intervento. La responsabilità delle parti sociali è quella di operare scelte, a volte anche difficili, ma sempre guidate dalla consapevolezza di dare un futuro sostenibile a questo settore.