Con il regolamento 2023/06/CE l’Unione europea ha introdotto l’obbligo di operare secondo buona prassi di fabbricazione (GMP) per l'industria del packaging destinato al contatto con gli alimenti. Secondo la definizione data dal legislatore, le GMP (Good Manufacturing Practices) sono "gli aspetti di assicurazione della qualità che assicurano che i materiali e gli oggetti siano costantemente fabbricati e controllati, per assicurare la conformità alle norme ad essi applicabili e agli standard qualitativi adeguati all'uso cui sono destinati, senza costituire rischi per la salute umana o modificare in modo inaccettabile la composizione del prodotto alimentare o provocare un deterioramento delle sue caratteristiche organolettiche". In poche parole, dal 1°agosto 2008, quando entrerà in vigore il provvedimento, sarà necessario attuare sistemi per la gestione e il controllo di tutti gli aspetti che possono avere ripercussioni sulla sicurezza dei cibi confezionati, dalle fasi produttive alla condotta del personale, oltre ad eventuali interventi strutturali sui siti produttivi.
Il 9 marzo scorso l'Istituto Italiano Imballaggio ha organizzato a Milano una giornata di studio dedicata al nuovo regolamento, invitando in qualità di relatori diversi esperti del settore.
I commenti dell'ISS
«Nell'Unione europea la sicurezza alimentare non è un tema che interessa esclusivamente le aziende alimentari ma tutta la filiera, incluso il packaging. Il regolamento GMP si muove proprio in questa direzione», ha osservato Maria Rosaria Milana (direttore del reparto Esposizione e rischio da materiali all'Istituto Superiore di Sanità) prima di leggere e commentare il testo del provvedimento dinanzi alla platea.
«Già nell'articolo 3 del regolamento quadro 1935/2004 è scritto che i materiali a contatto con gli alimenti devono essere prodotti conformemente alle buone pratiche di fabbricazione. Questa frase è sfuggita dall'attenzione degli operatori per molto tempo; sembrava una osservazione ovvia, ma nella pratica non ha mai dato seguito ad alcun tipo di azione - ha detto la relatrice -. Era solo un concetto generale, mentre con il regolamento sulle GMP sono state emesse delle regole».
Il regolamento, che si applica a tutte le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione dei materiali e oggetti destinati al contatto con gli alimenti, da soli o combinati, inclusi i materiali di riciclo, impone agli operatori del settore di "istituire, attuare e far rispettare un sistema di assicurazione della qualità efficace e documentato" (articolo 5). Queste parole sono state attentamente esaminate dall'esperta dell'ISS: «Il sistema di assicurazione della qualità richiesto dalla norma è obbligatorio e permanente. Va continuamente verificato e deve essere documentato per consentire il controllo da parte delle autorità competenti».
Nel documento si legge poi che il personale deve essere adeguatamente formato e le strutture e attrezzature devono essere idonee, ma viene anche detto che il sistema di assicurazione della qualità deve essere applicato tenendo conto della dimensione dell'impresa, in modo da non costituire un onere eccessivo per l'azienda. «Per una PMI il tutto deve essere dimensionato - ha spiegato Milana -. Abbiamo esperienza nel settore dei dispositivi medici che anche aziende di tipo famigliare o poco più riescono a implementare sistemi di gestione accettabili».
Sempre nell'art. 5 si stabilisce che "I materiali di partenza devono essere selezionati e devono essere conformi con le specifiche prestabilite, in modo da garantire che il materiale o l’oggetto siano conformi alle norme ad essi applicabili". Qui il discorso diventa molto delicato perch&