È aumentato il fatturato, che ha raggiunto quota 2,2 miliardi di euro, in progresso di circa il 5% rispetto al 2014, di cui il 78% derivante da esportazioni; segnano un balzo in avanti del 38% le vendite sul mercato interno (passate da 360 a 500 milioni di euro), livello mai raggiunto nella serie storica dal 2000 ad oggi. La ripresa degli investimenti nazionali è evidenziata anche dal progresso del 19% delle importazioni. Sono questi i preconsuntivi frutto delle elaborazioni di ACIMGA (l’Associazione Costruttori Italiani Macchine per l’Industria Grafica, Cartotecnica e per il Converting), dati che trovano positivo riscontro anche sul versante occupazionale, con la forza lavoro impiegata anch’essa in crescita di 150 unità, a quota 7.100 addetti. Le macchine da stampa e produzione di imballaggi sono una punta di diamante della meccanica strumentale italiana. Le imprese che le progettano e realizzano, rappresentate da ACIMGA (diverse per funzione da quelle delle macchine per confezionamento, dosatura e imballaggio, ad esse complementari e che rappresentano un altro punto forte dell’industria italiana), fanno sì che circa il 60% delle confezioni rigide o flessibili, presenti su tutti gli scaffali del mondo, sia realizzato o rifinito con macchinari made in Italy, che danno colore e forma agli imballi e agli involucri in carta, cartone o materie plastiche praticamente di ogni settore e impiego, alimentare e non alimentare. Se in America, Asia Australia o Africa, naturalmente oltre che in Europa, ogni tipo di prodotto è confezionato in imballi attraenti dal punto di vista della presentazione, tracciabili per le informazioni che recano stampate, protettivi delle merci in essi contenute e sicuri per la capacità di conservazione, ciò è frutto delle tecnologie italiane. Il settore che fa riferimento ad ACIMGA è secondo solo alla Germania fra gli esportatori mondiali, paese che vanta un’industria del ramo particolarmente radicata e di lunga tradizione.