I.B.E. ottimizza i processi con BOBST Master DM5

15 ottobre 2021
Il produttore italiano di etichette I.B.E., con sede a Verderio, in provincia di Lecco, ha scelto di investire in una soluzione di stampa ibrida All-In-One Master DM5. Anteprima sul mercato italiano, la macchina può offrire una gamma di possibilità applicative più ampia e un time to market più rapido.
La MASTER DM5, combina le tecnologie flexo e inkjet UV, offrendo in un singolo passaggio priming, stampa, laminazione, nobilitazione e fustellatura. Per I.B.E. la MASTER DM5 si è inserita con successo a colmare il divario tra le corte e le lunghe tirature grazie all’elevata flessibilità di configurazione e applicazione, un costo di produzione vantaggioso e una stampa di alta qualità.

“Per noi i maggiori vantaggi della DM5 sono, in primo luogo la sua grande competitività sulle medie tirature da 2000 a 8000 metri, che sono le più richieste. Sta infatti colmando un divario a mio parere preesistente, sebbene a essere onesti siamo in grado di gestire ogni lunghezza di tiratura con questa macchina per la stampa”, ha affermato l’amministratore delegato Roberto Spreafico. “In secondo luogo, la flessibilità: si può produrre ogni genere di lavoro richiesto dal mercato, dalle etichette più complesse a quelle più semplici e in un singolo passaggio grazie alla flessibilità della macchina e all’eccellente integrazione tra tecnologie di stampa digitali e analogiche”.

Già in fase di progettazione, la MASTER DM5 ha avuto come prerogativa l’automazione digitale di ogni modulo. Il successo della DM5 è dovuto al fatto che la maggior parte dei passaggi manuali, solitamente associati alla stampa flessografica, sono stati automatizzati con la tecnologia BOBST, ad esempio con la tecnologia DigiFlexo per un controllo interamente digitale del registro e delle pressioni. Tale tecnologia si occupa anche del controllo di registro tra l’unità digitale e le stazioni flexo, sia prima che dopo la stampa digitale; pertanto, l’operatore può contare sulla macchina per la gestione autonoma del registro. Il risultato è un tempo di configurazione ultrarapida, un’operatività della macchina eccezionalmente elevata e una sorprendente ripetibilità.



“Uno dei motivi per cui abbiamo scelto la DM5, oltre all’aspetto digitale, riguarda l’automazione nella stampa tradizionale”, ha dichiarato Roberto Spreafico. “I gruppi flexo sono ben integrati e dispongono di telecamere per il controllo automatico del registro su ogni stazione. La macchina per la stampa è inoltre estremamente facile da azionare ed è caratterizzata da funzioni di cambio lavoro al volo, cambio di lamierino non-stop grazie alla fustella semirotativa e un sistema di gestione dello scarto della fustellatura in grado di fronteggiare anche le forme più complesse richieste dai nostri clienti”
Ha aggiunto che i tempi di configurazioni ottenuti sono stati paragonabili a quelli sperimentati nella stampa puramente digitale, nonostante la natura multiprocesso dei lavori ricchi di nobilitazione.

La vastità delle applicazioni che possono essere prodotte sulla BOBST MASTER DM5 ha consentito a I.B.E. di spostarvi gran parte dei lavori prima stampati con tecnologia offset e serigrafica. Roberto Spreafico ha dichiarato: “Grazie ai quattro gruppi flexo, delam/relam e laminazione in linea, possiamo coprire tutti i settori senza alcuna distinzione. Questo ci dà anche la possibilità di replicare rapidamente etichette solitamente stampate con altre tecnologie, quali offset, toner digitale o pura flexo”.

I materiali che possono essere stampati sulla macchina includono materiale per etichette autoadesive, ovvero carta, PET, BOPP e PVC, carta non supportata, cartoncino e, come opzione, materiale non supportato. L’azienda è rimasta piacevolmente sorpresa di scoprire che la macchina per la stampa può gestire anche le applicazioni per il settore del vino. Roberto Spreafico ha rivelato: “Per alcune etichette destinate al settore vino stampate su carta vergata abbiamo potuto sostituire la tecnologia offset con la DM5”.

Inoltre, I.B.E. ha riscontrato un’elevata resistenza dell’inchiostro digitale, al pari della stampa serigrafica, il che gli ha consentito di eliminare la laminazione in quei lavori dove aveva finalità protettiva della stampa, con un conseguente risparmio di plastica, riduzione dello spessore e un processo di finitura semplificato. Roberto Spreafico conferma che l’elevata resistenza degli inchiostri all’abrasione e agli agenti chimici, li rende adatti alla stampa di etichette per il settore petrolchimico.

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