Fare innovazione nell'editoria specializzata

6 dicembre 2016
In occasione del 10° Forum Nazionale dell'Editoria periodica specializzata, organizzato da ANES, è stata presentata un’attenta analisi sui cambiamenti che l’arena competitiva del mercato dell'editoria specializzata sta attraversando e sul ruolo che rivestono i nuovi player.

I lavori della decima edizione del Forum Nazionale dell'Editoria Periodica Specializzata, patrocinato da Italia Start Up, si sono aperti con l’intervento di Antonio Greco, Presidente ANES, che ha illustrato le sfide che attendono gli editori in un mercato in forte evoluzione e molto competitivo.
In un contesto in cui l’offerta è superiore alla domanda e dove ogni player deve ricavarsi il proprio spazio, Antonio Greco sottolinea l’importanza del contenuto.
Osservando la ripartizione degli investimenti pubblicitari dal 2000, di totale appannaggio degli editori, risulta subito evidente il cambiamento in atto. Già nel 2013, circa il 17% degli investimenti pubblicitari sono stati intercettati da soggetti che non sono nati come editori tradizionali e per il 2020 si prevede che questa quota raggiungerà il 27%. Questo cambiamento provoca un "effetto sostituzione": è sempre più importante, perciò, concentrarsi sui contenuti e sulla qualità, sviluppando al meglio le competenze distintive di ciascun editore.

Prendendo spunto dalla teoria della Smiling Curve, che ben si adatta al contesto editoriale, Antonio Greco ha spiegato come la fase iniziale e quella finale della filiera siano superiori alla fase centrale, ovvero della produzione industriale, in termini di redditività.  Nella fase iniziale di creatività e contenuto e in quella finale di relazione con il pubblico, innovare è fondamentale per essere in grado di affrontare il cambiamento.

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FARE INNOVAZIONE
In merito all’innovazione è intervenuto Enzo Baglieri, Associate Professor, Unit Produzione e Tecnologia, SDA Bocconi School of Management, che ha analizzato questo tema attuale quanto delicato. Affinché un’azienda sopravviva in un contesto molto competitivo è necessario che si innovi, altrimenti la competizione si focalizzerebbe sul prezzo e si imporrebbe inevitabilmente l’attore più grosso.
Per un’innovazione efficace bisogna partire dal modello di business dell’azienda, qualunque sia il prodotto o il servizio offerto. Innanzitutto, i clienti danno valore all’esperienza, sulla quale bisogna concentrarsi per incontrare le richieste della domanda.

Esistono tre modi di fare innovazione: l’innovazione incrementale, cioè il miglioramento continuo dettato dalle richieste del cliente; l’innovazione radicale (breakthrough), ovvero la capacità di pensare e realizzare prodotti o servizi che il cliente non è in grado di chiedere e che, per questo motivo, nessuna indagine di mercato potrà suggerire; e la disruptive innovation, che parte dall’individuazione di un segmento di mercato insoddisfatto attraverso l’analisi dei dati.
Spesso, però, il passaggio ad una nuova tecnologia comporta dei rischi, soprattutto per i leader di settore. È in questo contesto che si rivela l’importanza delle start up, che si affiancano agli attori tradizionali in modo costruttivo. Tutti i player che esplorano approcci disruptive per i propri modelli di business si rivolgono alle start up, le quali emergono da un mondo differente possono sicuramente presentare soluzioni più innovative.
A conclusione del suo intervento, il Prof. Baglieri ha illustrato la propria “ricetta” per un’innovazione di successo, seguendo la regola delle quattro C: Competenza, Connessione, Community e Cliente.
Innanzitutto, i player devono riconoscere le proprie competenze che possono permettere loro di spiccare sul mercato. In secondo luogo, è fondamentale connettere il proprio business con gli altri e collaborare con la propria community professionale, muovendosi allo stesso ritmo ed evitando la concorrenza sul prezzo. Infine, è importante la vicinanza al cliente, che è in cerca dell’esperienza, e veicolare il prodotto attraverso il servizio.

Tags: ANES
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