Performance che si abbinano a un rafforzamento sul piano internazionale, con un crescente peso dell’export (+3,8% nel 2016), con una maggiore capacità di proporre e vendere diritti degli autori italiani sui mercati stranieri (+11% nel 2016) e di realizzare coedizioni internazionali, soprattutto nel settore arte e bambini. E ancora con un progressivo maggior peso, nel mercato domestico, delle proposte degli autori italiani rispetto alle traduzioni dall’estero: oggi i titoli pubblicati e tradotti da una lingua straniera sono l’11,8% del totale, quando solo lo scorso anno erano il 17,6% e nel 2002 il 24%.
È con questi risultati che l’Italia si è presentata alla Buchmesse, l’importante manifestazione internazionale per lo scambio dei diritti, che si è tenuta a Francoforte dall’11 al 15 ottobre 2017. Lo Spazio Italia - stand collettivo di 500 metri quadri organizzato da AIE, Ministero dello Sviluppo Economico e ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane – ha riunito 118 editori, circa la metà dei 235 editori italiani complessivamente presenti alla Fiera, tra cui quelli di cui la Regione Lazio e la Regione Piemonte hanno supportato la presenza. Presente anche la Sardegna con una rappresentanza di 8 editori gestiti dall’Associazione Editori Sardi.
Il mercato, come evidenziato nel Rapporto sullo stato dell’editoria 2017 presentato alla Buchmesse e disponibile online, pur uscendo dalla crisi si ritrova a dover affrontare “il problema dei problemi”: il calo progressivo dei lettori di libri (-3,1% nel 2016). L’Italia registra infatti la più bassa percentuale di lettori a confronto con le altre editorie: la media italiana si attesta sul 40,5% nel 2016, ben al di sotto del 62,2% della Spagna, del 68,7% della Germania, del 73% negli Stati Uniti, dell’83% del Canada, dell’84% della Francia fino al 90% della Norvegia.
“Si leva un sospiro di sollievo per il mercato ma la strada è ancora lunga”, ha commentato il presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi. “Bisogna lavorare molto per recuperare i livelli pre-crisi. E questo vale in primis rispetto al preoccupante dato di calo della lettura (-10% lettori dalla crisi). Per questo gli editori si stanno concentrando sul tema dell’istruzione in un grande lavoro di squadra con le Istituzioni: è da lì, fin dall’infanzia e poi, progressivamente, in ogni ordine e grado, che il libro e la lettura devono diventare compagni quotidiani. Esistono, ci dicono i dati, profonde differenze in relazione alle abitudini di lettura dei genitori: leggono il 65% dei ragazzi con genitori lettori, ma solo il 27% di quelli con genitori non lettori. I genitori ovviamente sono decisivi: sarebbe importante aiutare le famiglie con la detrazione fiscale dei libri, riconoscendo così nei fatti la centralità del libro. Gli editori stanno facendo attivamente la loro parte: con il progetto #ioleggoperché, dal 21 al 29 ottobre invitiamo tutta l’Italia a lavorare in squadra per potenziare le biblioteche scolastiche. Partiamo da lì: riportare i libri nella quotidianità dei ragazzi, chiedendo alla scuola di farli diventare progetti didattici e quindi educazione al piacere dei libri e della lettura”.