È prematuro parlare di ripresa: eppure, in uno scenario segnato dalla stagnazione a livello nazionale e dall’inasprimento della competizione internazionale, prevale l’ottimismo per il settore delle macchine per l’industria grafica e cartotecnica, una delle punte di eccellenza della meccanica strumentale italiana.
Crescono esportazioni e fatturato estero, che compensano le difficoltà persistenti sul mercato interno e consentono di mantenere stabili i livelli occupazionali, con attese positive per il primo trimestre di quest’anno. Queste, in estrema sintesi, le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale dell’Ufficio studi di Acimga, l’Associazione Costruttori Italiani Macchine per l’Industria grafica, cartotecnica, cartaria, di trasformazione e affini, relativa all’andamento del quarto trimestre 2013 e alle previsioni per il primo trimestre 2014.
Acimga rappresenta un settore che fattura oltre 2 miliardi di euro, esporta per l’83% in valore e occupa 7.000 addetti in circa 150 aziende, per il 90% di piccole e medie dimensioni.
L’indagine congiunturale qualitativa, condotta su un campione rappresentativo dell’82% del fatturato delle aziende associate, mette in evidenza l’export come punto di forza delle nostre imprese: il 48% delle imprese lo registra in crescita nel quarto trimestre 2013, il 40% stabile e solo il 12% in calo. Risultati che dovrebbero, secondo le aspettative, consolidarsi in questi primi tre mesi del 2014, con prevalenza di stabilità (48%) e comunque margine positivo fra chi si attende crescita (32%) rispetto a una contrazione (20%). Questi numeri sono sostenuti dalla dinamica degli ordini sui mercati esteri che, chiuso il 2013 in consolidamento, si prevedono stabili (48%) per il primo trimestre 2014, con netta prevalenza di attese positive (44 contro 8%) da parte degli operatori. Lo scenario internazionale, che riserva tradizionalmente una buona accoglienza alle produzioni italiane, si presenta interessante per i mesi a venire soprattutto nelle realtà del Far East, in paesi mediorientali come l’Iran e sul mercato statunitense, che è in fase di ripresa, mentre è meno promettente che negli anni passati nei Paesi sudamericani.
La dinamica delle esportazioni tampona le criticità del mercato interno, frenato dalla crisi di liquidità e dalle conseguente prudenza anche da parte di quelle aziende interessate a investire: è rimasto fermo nell’ultima frazione d’anno (il 46% dichiara stabilità, la quota restante è equamente divisa fra aumento e contrazione) con un lieve scarto a favore degli ottimisti nelle previsioni per il primo trimestre 2014. Andamento che si ritrova negli ordini, corroborati da una prevalenza di ottimismo, per questo inizio d’anno. Stabili i livelli occupazionali per quote del campione prossime all’80%.