Cartiere Burgo, Macchingraf, Oscure e Smyth: queste le aziende chiamate a illustrare, in occasione di questo Dossier, quali sono le caratteristiche degli operatori grafici delle regioni analizzate così come appaiono dal loro autorevole punto di osservazione. Dalle loro testimonianze emerge un quadro della situazione piuttosto condiviso: gli operatori piemontesi e valdostani, per la maggior parte medi e piccoli, anche se non mancano nomi riconosciuti anche a livello internazionale, sono attivi sui fronti più disparati della stampa e del post-stampa e sono fortemente orientati all’innovazione tecnologica, giudicata uno strumento essenziale non solo per stare al passo con le richieste provenienti da una clientela variegata, ma anche per sostenere il proprio posizionamento all’interno del proprio quadro competitivo.Le interviste
Gian Luca Ghio, Vice President Sales & Marketing Cartiere Burgo - San Mauro Torinese (To)
RG: Può delineare il profilo della vostra azienda?
Ghio: Costituito nel maggio 2004 con il conferimento a Cartiere Burgo della vicentina Cartiere Marchi, il Gruppo Burgo-Marchi è il principale produttore sud-europeo di carte grafiche, con un fatturato complessivo superiore a 2 miliardi di euro, 14 stabilimenti in Italia (10 ex Burgo e 4 ex Marchi) e uno in Belgio (ex Burgo), con una capacità produttiva annua di 3,2 milioni di tonnellate di carte grafiche (45% patinate, 39% patinatino, 11% naturali e per imballaggio flessibile, 5% per quotidiani), alla quale si aggiunge un milione di tonnellate di cellulosa, pastalegno e pasta disinchiostrata proveniente dalla carta di recupero. Le linee strategiche su cui il Gruppo basa la sua forza competitiva sono la professionalità delle risorse umane impiegate nel Gruppo, al fianco dei clienti per condividere le loro esigenze e proporre soluzioni personalizzate, le tecnologie d’avanguardia adottate, in linea con il principio dello sviluppo sostenibile, la qualità del prodotto e del servizio, per offrire soluzioni rapide e personalizzate ai propri interlocutori.
RG: Quali sono secondo voi le caratteristiche degli operatori dell'area piemontese e valdostana?
Ghio: Il panorama piemontese e valdostano contempla tutte le possibili dimensioni di stampatori e legatori, dai grandissimi ai più piccoli. Queste realtà così diverse tra loro si accomunano per essere tutte ben radicate, da decenni, nel territorio. Il bacino di utenza è tendenzialmente legato alla grandezza dell’azienda stessa, per cui si va dalle aziende che hanno uno sbocco internazionale a quelle che si rivolgono a mercati più vicini. La realtà piemontese, quanto ad ampiezza di offerta, si può ormai considerare equivalente alla realtà di altre regioni quali la Lombardia e il Veneto. In genere le aziende piemontesi si rivolgono a tutti i settori: editoria, comprese le “directory”, grande distribuzione, lavori commerciali. E’ bene ricordare che Torino, per tradizione, è sempre stata la capitale del libro, considerando sia l’editoria nazionale che quella internazionale.
RG: Quali sono secondo voi le problematiche più rilevanti che devono affrontare in questo momento?
Ghio: Il vero problema degli stampatori è attualmente l’eccessivo numero di concorrenti, in modo particolare in ambito nazionale, che porta alla contrazione dei margini.
RG: Quali strategie attuano per sostenere la loro competitività? Per esempio, credono negli investimenti e nell'innovazione tecnologica?
Ghio: Diversi stampatori stanno facendo grandi investimenti, installando nuove macchine. Contemporaneamente cercano di ridurre i costi tramite una politica di riduzione degli organici e di contenimento delle spese.
RG: Vi risulta che lamentino una certa difficoltà nel reperire addetti con una preparazione professionale soddisfacente o che dedichino particolari risorse alla formazione del personale?
Ghio: Mi risulta che trovino qualche difficoltà soprattutto a causa del fatto che le scuole professionali non sempre garantiscono un’adeguata preparazione; ciò porta le aziende a cercare di provvedere in proprio alla formazione del personale, sia investendo sui giovani che utilizzando risorse già presenti in azienda.
RG: Può definire con tre aggettivi le caratteristiche salienti della vostra clientela in questa regione?
Ghio: Flessibili, disponibili e ingegnosi.
Leonardo Castagnoli Account Manager Piemonte e Valle d’Aosta Macchingraf, Ospiate di Bollate (Mi).
RG: Qual è il profilo di Macchingraf?
Castagnoli: Macchingraf è leader in Italia nella fornitura di soluzioni integrate per il mondo delle arti grafiche: sistemi di prestampa, macchine da stampa offset e roto-offset Heidelberg, sistemi di piega, attrezzature per cartotecnica, sistemi di taglio Polar e prodotti di consumo. La nostra società è parte del Gruppo multinazionale olandese Buhrmann che comprende oltre 20 società con circa 26.000 dipendenti nel mondo. Macchingraf è una realtà in continua evoluzione. Progetti innovativi, quali "Sprint Shop" il primo motore europeo di e-commerce, dedicato alla distribuzione dei prodotti di consumo nel mondo delle arti grafiche, sono realtà. Il nuovo Centro Logistico Macchingraf dispone di oltre 100.000 parti di ricambio diverse per pre-stampa, stampa e legatoria. Il centro si avvale di un innovativo sistema informatico per la gestione del magazzino, grazie al quale i ricambi in catalogo possono essere spediti immediatamente, minimizzando il tempo di attesa del nostro cliente.
RG: Secondo lei quali sono le caratteristiche più importanti degli operatori di queste due regioni?
Castagnoli: I tratti caratterizzanti gli operatori dell’area piemontese e valdostana sono le dimensioni medio-piccole per l’80% al di sotto dei 25 dipendenti, fortemente legati al territorio, ma che sentono l’esigenza di esplorare nuove opportunità. Ci sono poi alcuni gruppi molto grandi, per lo più specializzati in edizioni e scolastica che operano da anni ormai a livello europeo o mondiale.
RG: Vi sono problemi di rilievo in questo momento cui queste aziende devono fare fronte?
Castagnoli: Le problematiche più rilevanti per i clienti al momento sono la fortissima competizione, non più solo in ambito regionale, ma in campo nazionale e in alcuni casi europeo, e una marginalità ridotta rispetto al passato. I volumi non sono diminuiti, ma le nuove tecnologie introdotte hanno ridotto drasticamente i tempi di lavorazione.
RG: Con quali strategie aziendali affrontano queste difficoltà?
Castagnoli: Le strategie attuate per sostenere la competitività riguardano senza dubbio l’innovazione tecnologica, non solo nei macchinari, ma anche nei processi di integrazione dell’azienda e nella gestione dei flussi di lavorazione. Stiamo assistendo anche a una integrazione tra aziende e non ultimo molti stanno investendo in organizzazioni commerciali per acquisire commesse e stabilire rapporti di lavoro duraturi con i clienti.
RG: Può descrivere gli operatori piemontesi e valdostani con tre aggettivi?
Castagnoli: Vigili, reattivi, pragmatici.
Carlo Obscure, Amministratore e titolare Obscure - Trofarello (To)
RG: Signor Obscure, qual è in sintesi il profilo dell’azienda?
Obscure: La Obscure nasce nel 1979 come azienda di engineering per la progettazione e la produzione di macchine speciali destinate all’industria grafica. Nel 1982, in conseguenza all’acquisizione di una conoscenza approfondita del settore e delle sue specifiche esigenze di mercato, orienta e definisce la sua attività specializzandosi nella costruzione di linee automatiche per la raccolta e il confezionamento di calendari. L’azienda, forte della sua esperienza, ha raggiunto un’importante posizione nel mercato nazionale ed estero operando in molti paesi anche extraeuropei nell’ambito della produzione di calendari di ogni genere, brochure, carte di credito, cataloghi piegati, cuciti e rifilati, giornali raccolti e piegati e altri lavori personalizzati su esigenza del cliente.
RG: Qual è la vostra sensazione sugli operatori grafici del Piemonte e della Valle d’Aosta?
Obscure: Sul territorio piemontese e valdostano si possono trovare un po’ tutte le tipologie di azienda: la maggior parte di esse sono medio piccole, tradizionalmente radicate nel territorio, rivolte per lo più a una clientela provinciale e regionale, ma ad esse si affiancano grandi gruppi, che si rivolgono, invece, a un bacino di utenza molto ampio, a carattere nazionale e anche sovranazionale.
RG: Quali sono secondo voi le problematiche più rilevanti che devono affrontare in questo momento?
Obscure: In questi ultimi anni le problematiche maggiori cui si è dovuto far fronte sono state molteplici e concatenate fra loro: la crisi economica generalizzata e globale ha portato anche il nostro settore in una fase di profonda incertezza che ha fatto diminuire gli ordini, ha reso il mercato difficilmente gestibile, ha creato una concorrenza spietata tra gli operatori con conseguente riduzione drastica dei guadagni. Una lotta di tutti contro tutti, insomma, quasi all’ultimo sangue, per potersi accaparrare o non perdere commesse che permettano all’azienda di continuare a respirare.
RG: Con quali strategie dovrebbero affrontare allora il mercato?
Obscure: L’unica strategia, a mio modo di vedere, che possa consentire a una piccola azienda, come se ne trovano tante in Piemonte e Valle d’Aosta, di rimanere sul mercato è cercare di essere tecnologicamente all’avanguardia. Se un’azienda, col proprio parco macchine, constata che il margine di guadagno non c’è o, al più, è minimo, caso sfortunatamente assai poco raro in questi ultimi anni, allora occorre ottimizzare il flusso di lavoro e ridurre al minimo i costi di produzione. Ciò è possibile solo investendo in macchine di ultima generazione che permettano di operare in maniera più veloce e il più possibile automatica. La parola chiave è “scommettere” sul futuro, ma, purtroppo, si sa che in periodi non troppo fiorenti è difficile riuscire a essere ottimisti.
RG: Sul fronte della preparazione del personale impiegato ritiene che gli operatori siano soddisfatti?
Obscure: Il periodo di crisi porta inevitabilmente anche a riduzioni di personale e ad assunzioni mirate stagionalmente, per cui aumenta la necessità di personale qualificato e preparato. D’altra parte, proprio per il motivo appena descritto della stagionalità degli operatori, la richiesta si è indirizzata verso macchine che siano le più semplici possibili da utilizzare e si è dovuto ricorrere ad attrezzature e sistemi tali che le rendano facilmente ed intuitivamente adoperabili sia dal tecnico esperto che dal ragazzo senza esperienza.
RG: Può descrivere gli operatori di queste regioni con tre aggettivi?
Obscure: Estremamente preparati, anche perché spesso arrivano da una lunga tradizione tramandata negli anni, e particolarmente attenti a tutti gli aspetti con cui hanno a che fare, il che si traduce anche in formidabilmente cauti qualora debbano prendere decisioni di tipo soprattutto economico.
Mauro Cerruti, Amministratore Delegato Smyth – Coniolo (Al)
RG: In che settore di produzione si colloca Smyth?
Cerruti: Smyth è nota in tutto il mondo per la progettazione, produzione e commercializzazione di cucitrici a filo refe ed è l’emanazione di un’azienda statunitense che agli inizi del 900, per prima nel mondo, ha progettato e costruito macchine industriali per l’industria grafica e in particolare per la legatoria.
Attualmente produce cucitrici in vari modelli, impianti di cucitura e linee di incollatura del blocco libro cucito. La produzione dell’azienda è assorbita dal mercato nazionale, europeo e mondiale. La Smyth contende ad un altro concorrente italiano circa il 50% del mercato nazionale delle cucitrici e degli impianti di cucitura mentre a livello internazionale la sua quota di mercato è di circa il 12%.
RG: Che idea si è fatto delle legatorie e degli stampatori piemontesi e valdostani?
Cerruti: Le legatorie presenti in questo territorio sono di piccole e medie dimensioni, dai 10 ai 50 addetti, pur esistendo anche realtà di maggiore rilevanza che occupano oltre 100 dipendenti e dotate di strutture organizzative di prim’ordine. Mediamente le legatorie definite di medie e grandi dimensioni sono dotate di attrezzature e impianti di produzione assolutamente recenti e performanti, tanto che, per la loro competitività, hanno assorbito una buona parte del mercato che gravitava nell’area lombardo/veneta. Per quanto riguarda gli stampatori, ve ne sono alcuni di dimensioni molto grandi, di rilevanza internazionale, ed altri “minori”, ma sempre importanti e prestigiosi, anche in questo caso provvisti di macchine tecnologicamente all’avanguardia. Sul territorio sono presenti, inoltre, anche alcune tipografie, che oltre a possedere attrezzature di stampa si sono organizzate anche per lavorazioni di legatoria, raggiungendo quindi l’autonomia produttiva. Quasi tutte queste aziende vantano una storia lunga decenni e molte hanno o hanno avuto collegamenti con case editrici piemontesi famose, quali Einaudi, Lattes, S.E.I. ecc, per la produzione di titoli sia di carattere editoriale che scolastico (le case editrici scolastiche sono molto ben rappresentate ed in buon numero torinese).
RG: Quali problematiche rileva in quest’area?
Cerruti: I prodotti di legatoria come quelli di stampa risentono, come altrove, della concorrenza dei paesi emergenti. In tutti i casi per la produzione (stampa e legatoria) dei libri scolastici e dei libri promozionali che vengono allegati ai quotidiani e venduti in edicola, vi è un buon mercato, tale da garantire la piena produzione degli impianti.
Sicuramente la capacità competitiva in termini di costi e di qualità realizzata attraverso gli investimenti che le aziende negli ultimi anni hanno effettuato consente alle stesse una buona possibilità di sopravvivenza sul mercato. Per quanto riguarda il mercato della stampa e quello pubblicitario, interno alla regione e che tocca al massimo le zone limitrofe, è di dominio delle aziende di più piccole dimensioni e delle tipografie. Essendosi molto ridotti i margini di profitto, la tendenza di queste aziende, che è comunque condivisa dal mercato intero, è di incrementare la produttività e ricercare un’automazione molto spinta, per ridurre l’incidenza del costo della manodopera. Attraverso la flessibilità operativa dei macchinari e del personale, più qualificato, si cerca di ridurre i costi e di rispondere più efficacemente alla richiesta da parte del mercato di consegne in tempi sempre più brevi.
RG: E dal punto di vista della reperibilità di manodopera professionale già formata?
Cerruti: Soprattutto in legatoria, ma anche nel settore stampa, è impresa ardua reperire sul mercato personale già qualificato. Si verificano continui travasi di figure professionali di qualità tra le aziende di questa stessa regione, che assorbono anche personale proveniente da aziende situate al di fuori dei confini regionali. Le aziende oggi fanno di necessità virtù, nel senso che la formazione professionale avviene nel corso del tempo all’interno dell’azienda e le assunzioni non si basano tanto sulla professionalità e sul know how del candidato, quanto sulla sua disponibilità ad apprendere.
RG: Può descrivere la vostra clientela in queste regioni con tre aggettivi?
Cerruti: Affidabile, fidelizzata, esigente.