L’Associazione Culturale Studi Grafici ha voluto scendere in campo per discutere e confrontarsi su una tematica quanto mai attuale, quale la 'battaglia' tra i mezzi cartacei e i media digitali. In questo momento è necessario risolvere il problema di gestire l’elevata massa di informazioni che aumenta esponenzialmente in rapporto al tempo di fruizione che rimane invariato. La difficoltà è cercare una bussola per orientarsi.
Con una tavola rotonda, che ha raccolto esperti del settore editoriale, moderati da Davide Biancorosso, consigliere dell’Associazione, si è cercato di capire quale sarà il futuro della carta e quale possibilità di diffusione di massa ci sarà per i nuovi mezzi digitali.
Sandra Furlan, Responsabile sviluppo web progetto e-book Mondadori, ha sottolineato come in un momento come quello attuale il libro sta vivendo uno stato di grazia ed è più che mai in salute. Non va però sottovalutata la valenza che possiedono gli strumenti di lettura alternativi che oggi vengono proposti. “Dopo tanti anni in cui il lettore si è abituato a leggere su uno schermo, in particolare quello del proprio PC – ha spiegato Sandra Furlan - oggi abbiamo a disposizione mezzi di lettura elettronici che consentono un’ottima fruibilità e un’esperienza di lettura piacevole. Nonostante ciò, però, il libro, nella sua connotazione più letteraria, continuerà a sopravvivere ancora a lungo. La carta del quotidiano è invece destinata a sparire in tempi più brevi”. In un mercato italiano, molto conservatore e di nicchia, con forti lettori tradizionalisti, il passaggio ai nuovi strumenti digitali sarà molto lento. Saranno comunque i lettori 'forti', amanti della lettura, ad avvicinarsi per primi a questi nuovi strumenti, che affiancheranno ai 'vecchi' libri cartacei. Si dovranno comunque aspettare le nuove generazioni, abituate alla lettura su schermo e alla fruibilità multimediale, perché questi media digitali diventino strumenti di massa.
Accessibilità ai contenuti
Cristina Mussinelli dell’Associazione Italiana Editori ha spiegato come, all’interno di un mercato editoriale altamente variegato, l’impatto del digitale sia differente da segmento a segmento. Per dare un’idea dell’evoluzione subita negli Stati Uniti, consideriamo, ad esempio, che sul mercato trade, lo scorso anno, il libro digitale era stimato ad un valore dell’1,5%, mentre quest’anno si è passati al 5%.
Nell’ambito della scolastica ed educativo si è già raggiunta una percentuale del 30%, mentre nel segmento manualistica, consultazione, editoria tecnica il libro digitale è stimato con un valore del 60%. “Gli editori – spiega Cristina Mussinelli – reagiscono a queste evoluzioni con tempi e modalità diversi a seconda del proprio DNA, più o meno propenso all’innovazione tecnologica, o in base alle complessità tecnologiche che si incontrano. La tendenza degli editori oggi è quella di produrre le versioni digitali in contemporanea con l’uscita della versione cartacea. Bisogna poi considerare quindi che sta cambiando il criterio di accesso ai contenuti: oggi il lettore vuole la disponibilità immediata del prodotto. Gli editori hanno pensato, inoltre, di proporre nuove forme di prodotti che abbinino una consultazione complessa su più livelli ad una consultazione lineare. Oggi è, comunque, difficile prevedere quali saranno i nuovi formati del libro”.
La rivoluzione digitale è compiuta
Stefano Angeli, della Franco Angeli Editore, ha raccontato la propria esperienza di editore e di come abbia deciso di mettere a disposizione i contenuti digitali in modalità pay per view. “Contiamo sul futuro dell’innovazione digitale – ha sottolineato Angeli – perché siamo certi che il digitale porterà molti benefici, ma ora è soltanto un’innovazione strumentale che non sconvolge il mercato, almeno in termini di business”.
Francesco Cataluccio, autore del libro Che fine faranno i libri?, ha sottolineato come il libro elettronico apra molte possibilità e stimoli il coinvolgimento del fruitore, che vuole interagire col mezzo. L’innovazione digitale è un’evoluzione rapida, “ma, nella convivenza tra mezzi, è importante essere consapevoli che a vincere sarà sempre e comunque la qualità”. La rivoluzione digitale, secondo Cataluccio, è già compiuta, ma gli sviluppi non devono spaventarci, ma renderci consapevoli di nuove sfide. L'aspetto interessante, secondo l’autore, è che la perdita di materialità del libro farà guadagnare in altri aspetti non secondari, come ad esempio la diffusione e la libertà delle opere.
Sono seguiti anche gli interventi di due designer, Massimo Dradi e Gianni Fontana, che hanno sottolineato come, oltre al contenuto, di grande importanza resta la forma.
In ultima analisi, come emerge da un’indagine NielsenBookScan, nei primi 3 mesi e mezzo del 2010, il mercato trade per il settore librario è cresciuto, attestandosi sul 3,7% in più rispetto al corrispondente periodo del 2009. Un dato che, nel momento più significativo del libro elettronico, non può far altro che far riflettere…
Pubblicato su Rassegna Grafica n° 10