Il Consiglio dei Ministri del 26 giugno ha approvato la bozza del decreto “anticrisi” che prevede, agli articoli cinque e sei, rispettivamente, la detassazione degli utili reinvestiti in macchinari e l’accelerazione dell’ammortamento dei beni strumentali.
Anche se i risultati ottenuti sono solo i primi provvedimenti tra quelli che da tempo UCIMA e FEDERMACCHINE (la federazione che riunisce i costruttori di beni strumentali) chiedono vengano adottati per rilanciare un comparto strategico per l’economia nazionale come quello dei beni strumentali, si tratta di un grande successo ottenuto anche grazie all’attività di sensibilizzazione portata avanti da UCIMA, con le altre associazioni aderenti a FEDERMACCHINE e al lavoro di squadra cui hanno aderito moltissime aziende del comparto, inviando ai fax del Ministero dello Sviluppo Economico e della Presidenza del Consiglio, già nello scorso mese di marzo, oltre 6.000 adesioni al “ Manifesto FEDERMACCHINE”.
L’auspicio è che questo sia solo il primo passo per rilanciare un settore fondamentale per garantire, all’intero sistema industriale, livelli di competitività adeguati alle ambizioni del paese.
Per queste ragioni, UCIMA, ritiene necessaria l’adozione delle altre misure già richieste dal manifesto di FEDERMACCHINE, ovvero: la rivalutazione dei beni strumentali in possesso delle imprese, che permetterebbe alle aziende di meglio evidenziare il proprio patrimonio e, di conseguenza, ottenere più facilmente finanziamenti dalle banche; la moratoria per due anni, con pagamento dei soli interessi, dei crediti vantati dagli istituti di credito nei confronti delle PMI, che “darebbe fiato” alle PMI e maggiore certezza alle banche di “rientrare”.
Il Consiglio dei Ministri del 26 giugno ha approvato la bozza del decreto “anticrisi” che prevede, agli articoli cinque e sei, rispettivamente, la detassazione degli utili reinvestiti in macchinari e l’accelerazione dell’ammortamento dei beni strumentali.
Anche se i risultati ottenuti sono solo i primi provvedimenti tra quelli che da tempo UCIMA e FEDERMACCHINE (la federazione che riunisce i costruttori di beni strumentali) chiedono vengano adottati per rilanciare un comparto strategico per l’economia nazionale come quello dei beni strumentali, si tratta di un grande successo ottenuto anche grazie all’attività di sensibilizzazione portata avanti da UCIMA, con le altre associazioni aderenti a FEDERMACCHINE e al lavoro di squadra cui hanno aderito moltissime aziende del comparto, inviando ai fax del Ministero dello Sviluppo Economico e della Presidenza del Consiglio, già nello scorso mese di marzo, oltre 6.000 adesioni al “ Manifesto FEDERMACCHINE”.
L’auspicio è che questo sia solo il primo passo per rilanciare un settore fondamentale per garantire, all’intero sistema industriale, livelli di competitività adeguati alle ambizioni del paese.
Per queste ragioni, UCIMA, ritiene necessaria l’adozione delle altre misure già richieste dal manifesto di FEDERMACCHINE, ovvero: la rivalutazione dei beni strumentali in possesso delle imprese, che permetterebbe alle aziende di meglio evidenziare il proprio patrimonio e, di conseguenza, ottenere più facilmente finanziamenti dalle banche; la moratoria per due anni, con pagamento dei soli interessi, dei crediti vantati dagli istituti di credito nei confronti delle PMI, che “darebbe fiato” alle PMI e maggiore certezza alle banche di “rientrare”.
Il Consiglio dei Ministri del 26 giugno ha approvato la bozza del decreto “anticrisi” che prevede, agli articoli cinque e sei, rispettivamente, la detassazione degli utili reinvestiti in macchinari e l’accelerazione dell’ammortamento dei beni strumentali.
Anche se i risultati ottenuti sono solo i primi provvedimenti tra quelli che da tempo UCIMA e FEDERMACCHINE (la federazione che riunisce i costruttori di beni strumentali) chiedono vengano adottati per rilanciare un comparto strategico per l’economia nazionale come quello dei beni strumentali, si tratta di un grande successo ottenuto anche grazie all’attività di sensibilizzazione portata avanti da UCIMA, con le altre associazioni aderenti a FEDERMACCHINE e al lavoro di squadra cui hanno aderito moltissime aziende del comparto, inviando ai fax del Ministero dello Sviluppo Economico e della Presidenza del Consiglio, già nello scorso mese di marzo, oltre 6.000 adesioni al “ Manifesto FEDERMACCHINE”.
L’auspicio è che questo sia solo il primo passo per rilanciare un settore fondamentale per garantire, all’intero sistema industriale, livelli di competitività adeguati alle ambizioni del paese.
Per queste ragioni, UCIMA, ritiene necessaria l’adozione delle altre misure già richieste dal manifesto di FEDERMACCHINE, ovvero: la rivalutazione dei beni strumentali in possesso delle imprese, che permetterebbe alle aziende di meglio evidenziare il proprio patrimonio e, di conseguenza, ottenere più facilmente finanziamenti dalle banche; la moratoria per due anni, con pagamento dei soli interessi, dei crediti vantati dagli istituti di credito nei confronti delle PMI, che “darebbe fiato” alle PMI e maggiore certezza alle banche di “rientrare”.