"Questa prima edizione di Tempo di Libri è per noi un evento importante che va oltre la lettura classica che siamo abituati a dare in termini di spazi, superfici, espositori, eventi: questa manifestazione ha soprattutto, è soprattutto, contenuti, valori."
Emozione e gratitudine sono state le parole chiave della cerimonia inaugurale della prima edizione di Tempo di Libri. La nuova Fiera dell’editoria italiana ha aperto le porte oggi alle 10 con il taglio del nastro all’ingresso dei padiglioni 2 e 4, seguito dal giro inaugurale. Poi in una Sala Verdana gremita di rappresentanti delle istituzioni, giornalisti, editori e pubblico, Roberto Rettani, Presidente Fiera Milano, Federico Motta, Presidente Associazione Italiana Editori, Renata Gorgani, Presidente La Fabbrica del Libro, Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, Roberto Maroni, Presidente Regione Lombardia e Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, hanno raccontato ciascuno dal proprio punto vista la soddisfazione per l’inizio di questa grande avventura.
Il Presidente di Fiera Milano Roberto Rettani è stato il primo a mettere l’accento sulla componente di emozione e di orgoglio che avrebbe poi caratterizzato tutti gli interventi: “Questa prima edizione di Tempo di Libri è per noi un evento importante che va oltre la lettura classica che siamo abituati a dare in termini di spazi, superfici, espositori, eventi: questa manifestazione ha soprattutto, è soprattutto, contenuti, valori. Come Fiera cerchiamo sempre di associare alla vetrina espositiva tutta una serie di contenuti ed emozioni per il visitatore: con Tempo di Libri abbiamo raggiunto un picco e la visita sarà un momento di crescita per tutti. Del resto Milano ha un’attrattività enorme ed è in grado di portare in città tantissimi visitatori internazionali: siamo solo alla prima edizione ma sarebbe bello se già nelle prossime Tempo di Libri arrivasse a fare concorrenza ai più blasonati concorrenti tedeschi”.
Federico Motta, Presidente dell’Associazione Italiana Editori, ha trasmesso ai presenti tutta la soddisfazione e la gratitudine per essere arrivati insieme a un grande traguardo: “È stata una corsa breve e intesa, che ha percorso una storia lunga quasi 150 anni, la storia dell’AIE, di chi ha contribuito in maniera fondamentale a costruire questo Paese. Sappiamo di dover guardare sempre avanti, perché i traguardi non sono mai raggiunti una volta per tutte, e siamo consapevoli di avere responsabilità culturali e sociali che vanno oltre quelle economiche. Grazie a Milano abbiamo potuto realizzare tutto ciò, e grazie a Fiera Milano che ha compreso e accettato le nostre peculiarità. E poi il Comune Milano e Regione Lombardia, compagni di viaggio che hanno avuto fin dall’inizio fiducia nel nostro progetto. Grazie al supporto degli editori europei e internazionali, che testimoniano la vocazione internazionale di AIE (come con Aldus, la rete di cui AIE è coordinatrice). Quello al ministro Franceschini è un ringraziamento personale, perché al di là dei confronti sempre stimolanti di questi mesi finalmente possiamo interloquire con un ministro che ha a cuore i destini di questo Paese e col quale ci auguriamo di proseguire un percorso comune”. Il Presidente Motta non si è risparmiato nel riconoscere meriti e valore del lavoro di tutti: “Il mio è un enorme grazie proprio a tutti, con affetto e ammirazione, per aver realizzato qualcosa di eccezionale in tempi così brevi, per aver avuto fiducia nel progetto di Tempo di Libri contando solo sulle nostre forze, intellettuali ed economiche. Questo è solo un inizio, dobbiamo continuare a costruire, a innovare e investire nei nostri progetti a Milano, a Roma e nel Sud Italia. Noi siamo questo e continueremo ad esserlo. Oggi è il giorno dell’orgoglio, di chi ha costruito in 6 mesi un grandissimo appuntamento, contribuendo ad elevare Milano ulteriormente come simbolo di unità economica, sociale e culturale. AIE è la casa di tutti gli editori italiani: benvenuti e buon Tempo di Libri”.
La parola e il concetto di emozione si sono riflessi anche nei saluti di Renata Gorgani, Presidente La Fabbrica del Libro, che ha tenuto il conto dei giorni febbrili di lavoro: “Sono trascorsi 225 giorni dalla fondazione de La Fabbrica del Libro e per noi oggi è una festa: abbiamo quasi 800 eventi in questi giorni e ogni visitatore potrà costruire il proprio percorso, sulla traccia dell’alfabeto costruito grazie ai nostri curatori”. Due gli aspetti innovativi che ha tenuto a sottolineare: “Qui non troverete tante presentazioni di libri quanto piuttosto incontri – con autori, giornalisti, professionisti, scienziati, autori che parlano di altri autori. Inoltre, a Tempo di Libri ci saranno 600 ospiti donne e mentre nel mondo letterario ed editoriale sono sotto-rappresentate (in genere rappresentano il 10% del programma degli appuntamenti culturali), da noi sono il 30%”. L’invito rivolto a tutti è stato di vistare la Fiera con curiosità, di esplorare gli editori grandi e quelli piccoli (che sono più dell’80%), con le loro mille specializzazioni. “Non tutto è perfetto, questa è la prima edizione e abbiamo un cassetto pieno di idee che non siamo riusciti a realizzare, che teniamo in serbo per le prossime edizioni. Sappiamo che molte cose andranno fatte meglio e contiamo sul vostro contributo. Grazie a tutti voi editori, che avete creduto in Tempo di Libri e avete dimostrato una volta ancora quanto innovativa e creativa sia l’editoria italiana”.
Il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha poi ringraziato “per il coraggio e lo sforzo che avete fatto, nel portare in questa città una manifestazione tanto impegnativa e importante. Milano ha dimostrato di avere un modello di eventi che unisce Fiera e città che come ha funzionato in passato sono certo riuscirà anche ora. Milano è davvero la città delle connessioni e delle opportunità: riesce a mettere insieme cultura, università, lavoro, di trasmettere l’idea che lavorando insieme si ottiene molto, è uno strumento facilitatore di connessioni. La nostra città ha il coraggio di affrontare e vincere le sfide e diventerà sempre più forte, per tutti i cittadini e l’Italia”.
Roberto Maroni, Presidente di Regione Lombardia, ha condiviso senza indugi lo spirito di festa della giornata, ringraziando chi l’ha resa possibile. “Come Regione abbiamo sostenuto questa sfida: trasferire qui un evento storicamente nato, cresciuto e sviluppatosi in un’altra città, e abbiamo assistito a un po’ di polemiche ma credo ci siano le condizioni perché Milano e Torino – già collegate da molti punti di vista – collaborino per investire sulla cultura. In Lombardia è presente il 20% delle case editrici italiane, nel nostro stand presentiamo la Digital Life, la biblioteca digitale lombarda (oltre 2 milioni di pagine tra documenti, manoscritti, codici miniati, periodici, illustrati, libri, ecc.) e diamo voce ad autori giovani ed esordienti. Questa regione è ricca di creatività, cultura e tradizioni, che qui in Fiera si ritrovano. Buon Tempo di Libri a tutti”.
A chiudere l’inaugurazione, il Ministro Dario Franceschini, rappresentante non solo del ruolo che ricopre ma anche di tutti i lettori appassionati: “Ogni volta visitare una fiera di libri è un’emozione diversa: si attraversano storie vere, fatte dei successi dei grandi, delle sfide eroiche dei piccoli, di una missione comune, e soprattutto in ogni libro c’è un mondo, una vita, delle persone che diventano reali per chi li scrive e li legge. Io poi sono cresciuto in una casa stipata di libri e ho proseguito questa tradizione familiare quindi so bene quale sia l’emozione di vivere tra i libri, leggendoli, consultandoli, anche solo guardandoli, accarezzandoli, covando nell’animo il momento migliore per leggerli. Ogni volta che un libro nasce, poi, è proprio come un figlio: dell’autore e dell’editore, del correttore di bozze, dell’editor, del traduttore, nasce con un procedimento particolare e complesso difficilmente paragonabile ad altri”.
Dal giro inaugurale il Ministro ha avuto una sensazione netta: “questa è una fiera dinamica e Tempo di Libri è parte di una sfida complessiva che il sistema Paese deve condurre e vincere: aumentare il numero dei lettori. Non dobbiamo rassegnarci ad essere un Paese in cui i libri riguardano solo pochi lettori fortissimi e non riescono a raggiungere i grandi numeri. Con il Centro per il libro e la lettura – alla cui presidenza ho appena riconfermato Romano Montroni –, con l’AIE, con Nati per Leggere e con tante altre attività siamo in prima linea in questo senso. Bisogna sostenere le librerie, grandi e piccole, quelle storiche che hanno un particolare valore identitario, aiutare le biblioteche e contribuire a farle crescere al passo coi tempi, aiutare gli editori. Se il libro è importante per la crescita culturale del Paese, perché non dovrebbe ricevere aiuti da parte dello Stato? Per esempio per l’esportazione dei libri italiani, per la traduzione. Dobbiamo uscire dalla contraddizione inaccettabile per cui ogni italiano è orgoglioso di essere cittadino di un Paese che ha il più vasto patrimonio culturale del mondo, materiale e immateriale, ma poi si legge, si va al teatro e al cinema, ai musei, molto meno che in altri Paesi. Dobbiamo lavorare sull’educazione e invertire questa tendenza contraddittoria. Una volta che nella vita delle persone si inserisce l’idea che è bello andare al museo, al cinema, a teatro, in libreria o in biblioteca per leggere libri, queste diventano abitudini e cresce la sensibilità verso tutti i contenuti culturali. Appena arrivato mi hanno chiesto di Milano e Torino: era inevitabile. Ho visto oggi Milano, e la fiera è bellissima, a maggio vedremo Torino e poi capiremo come lavorare insieme per fare sistema, tra città, tra pubblico e privato”.