Da metà dicembre 2022, Dario Urbinati ha assunto la carica di Chief Executive Officer per Gallus Group. Con 17 anni di esperienza nel settore, il nuovo CEO continuerà a dare impulso alla missione del Gruppo di portare il mercato del narrow web verso un futuro più sostenibile e redditizio.
Parliamo di Gallus e della sua vision?
Il nostro Gruppo è in costante crescita, con collaboratori di grande talento e dedizione e, con il sostegno di Heidelberg alle spalle, un grande futuro davanti a sé. Mentre la nostra missione attuale si focalizza nel supportare il successo dei nostri clienti sul campo, la principale ambizione rimane quella di fornire loro servizi e tecnologie dinamiche per assicurare il futuro del settore narrow web. Ci stiamo muovendo dalla nostra posizione per andare nella direzione verso la quale crediamo che l’industria stia andando. Aggiorniamo e ottimizziamo il nostro portfolio in modo da fornire il massimo benefit per i nostri clienti.
A proposito della Gallus One, qual è il feedback che state ricevendo dal mercato?
La nuova linea di Gallus è stata accolta con entusiasmo dal mercato.
Credo che clienti e prospect abbiamo capito cosa rappresenta questa macchina, che è parte del nostro processo di innovazione focalizzato principalmente sull’automazione, in grado di offrire grandi vantaggi. Abbiamo fatto innumerevoli sperimentazioni con i nostri clienti. Abbiamo sfidato il modo in cui progettavamo e costruivamo le nostre macchine. La qualità è sorprendente, è un ottimo prodotto e le migliaia di clienti che l’hanno già vista sono entusiasti per le possibilità che offre.
Vogliamo guidare il total cost of ownership per arrivare a consumo di energia e footprint ridotti, minore spreco di tempo, qualità di stampa più elevata. Siamo nella fase finale di questo progetto, stiamo testando tutto il processo per assicurarci che la macchina sia pronta a brevissimo per l’uso industriale.
Gallus crede nelle tecnologie di stampa ibrida?
Crediamo in un ambiente nel quale si combinano diverse tecnologie all’interno del processo. Come azienda, combiniamo i benefici delle diverse tecnologie a vantaggio del cliente. È fondamentale la coesistenza di tecnologie tradizionali e digitali. Dipende dalle applicazioni e dal business, credo che sia nostro dovere avere un portfolio che si adatti alle esigenze dell’utilizzatore.
Qual è la vostra posizione rispetto alla sostenibilità?
Bisogna distinguere tra prodotti carbon neutral e produzioni carbon neutral. Stiamo lavorando nel campo sostenibilità già da diversi anni. Negli ultimi anni abbiamo ridotto drasticamente il consumo di energia nelle nostre fabbriche e abbiamo anche una partnership con il governo di St. Gallen che ci permette di operare in modo ancora più sostenibile.
Quello della sostenibilità non è un tema nuovo per noi, la stiamo perseguendo da diversi anni. Adesso abbiamo iniziato il progetto Carbon Neutral con l’obiettivo di fornire prodotti con questa caratteristica. Naturalmente, abbiamo il supporto dalla nostra casa madre Heidelberg e stiamo lavorando con istituzioni ed enti esterni per assicurarci di attenerci alle normative. Spero che in futuro saremo di ispirazione per il settore. Penso che la sostenibilità debba essere il tema principale delle nostre agende.
Quali sono le sfide che l’industria delle etichette dovrà affrontare nei prossimi anni?
La prima sfida per loro è la questione delle risorse umane: è sempre più difficile per i nostri clienti trovare operatori formati ed esperti. Se si guarda alla demografia e ad altri trend della nostra società emerge come questo problema sia soltanto all’inizio. Le future generazioni stanno cambiando aspettative verso il mondo del lavoro e sono più propensi verso il mondo dei servizi e l’industria IT. L’ambiente industriale delle etichette non ha più l’attrattiva che esercitava prima sui giovani. La seconda sfida è il fattore produzione: il costo del capitale, dei supporti e delle materie prime sta crescendo. L’inflazione di questi elementi rappresenta una sfida nella produzione. La terza sfida è la sostenibilità e la quarta è il consolidamento nel nostro settore.
Abbiamo raccolto tutte queste sfide da un’indagine fatta tra i clienti e abbiamo cercato di rispondere, creando soluzioni con un alto livello di automazione. Ci stiamo impegnando nello sviluppo di un nuovo ecosistema software, nella gestione della macchina, nella riduzione delle risorse, del consumo di energia, degli scarti di produzione, dell’impatto ambientale e così via. Tutto questo potrà generare vantaggi.
Nel prossimo mese aprirete il nuovo Gallus Experience Center, come si integra nella vostra strategia?
Innanzitutto, quest’anno Gallus compie 100 anni. Abbiamo percorso tutte le tappe delle innovazioni tecnologiche dell’ultimo secolo, dalla meccanica all’elettronica, dall’automazione al software. Ci siamo chiesti quale sarà il prossimo sviluppo del settore e crediamo che la risposta sia l’ecosistema tecnologico. Guardando al portfolio Gallus, è evidente quanto sia ampio e complesso: non si tratta solo di nuove macchine, ma di software, servizi, un sistema di workflow, ecc. Per garantire benefici ai nostri clienti nel presente e nel futuro, è necessario dotarsi di tutte le più importanti tecnologie in-house.
Essere parte del Gruppo Heidelberg, che ha tutte le tecnologie disponibili, ci pone in pole position per un ulteriore sviluppo di questo settore. Il know how di Heidelberg rappresenta per noi un grande vantaggio. Per anticipare gli sviluppi di questo settore, abbiamo progettato e costruito un’infrastruttura in cui collaborare, insegnare, imparare, innovare, che costituisce un laboratorio per testare nuove sviluppi e ispirare nuove idee e fare esperienza dell’ecosistema. Da qui è nato, non soltanto uno spazio demo, ma un vero e proprio Experience Center, che crediamo sarà necessario per accompagnare il settore nei prossimi 100 anni.
Ci può parlare del mercato italiano?
Il mercato italiano è davvero molto importante per Gallus e siamo contenti di poter contare sul team di Heidelberg Italia per il supporto ai nostri clienti. L’Italia è sempre stata un mercato progressista, gli stampatori italiani accettano le nuove tecnologie con entusiasmo e sono molto qualificati e professionali, apprendono rapidamente e diventano presto autonomi.
Gli ultimi anni sono stati un’esperienza molto interessante in Italia, dove sono installate molte macchine Gallus, dalle più tradizionali a quelle più moderne, come la Gallus RCS e la Gallus Labelmaster. È un mercato importante anche per il digitale, che guida l’innovazione. Siamo entusiasti di avere forti partnership in Italia e speriamo che questo idillio possa continuare ancora per molti anni.
Nelle immagini qui sotto, da sinistra:
1 La nuova tecnologia Gallus ONE2 Il sito di Gallus a San Gallo, in Svizzera
3 Dario Urbinati, CEO di Gallus